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Inizio/ Fine

  INIZIO/ FINE. Premessa narrativa. L’ultima pubblicazione  su questo blog risale a Settembre 2023. In quasi quattro mesi ho raccolto idee e lavorato a progetti che definirei “paralleli”. Ho continuato a scrivere provando a sperimentare generi diversi. “Inizio/ Fine” non è altro che un breve esperimento personale. Una storia, con un suo protagonista, del quale però racconto solamente l’inizio e la fine, appunto. Nel mezzo ci sta di tutto. Nel mezzo, potete metterci di tutto. Immaginare voi come siano andate le cose. La sinossi per continuare questa storia c’è già, tuttavia, essendo un esperimento letterale, vorrei sapere cosa ne pensa il lettore. Cosa metterebbe il lettore nel mezzo tra “Inizio” e “Fine”. Come sono andate le cose, secondo voi? Abbiamo a disposizione la sezione “commenti” compilabile anche in forma anonima. Divertiamoci.           “Fight Club” è un romanzo di Chuck Palaniuk. Ne hanno tratto un film, diret...
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What remains of Scotland.

 Di un viaggio, a mano a mano che passa il tempo, non restano che le foto. I ricordi, dapprima fissi, indelebili nella mente, tendono comunque a sbiadire. Le foto, specialmente quelle digitali, rimangono. La fotografia ha il potere di fermare il tempo, l’attimo in cui viene scattata, fissarlo e renderlo, in qualche modo, eterno. Anni fa, quando ancora mi stavo avvicinando alla fotografia, lessi da qualche parte la citazione di un famoso fotografo e recitava più o meno così:”  Il giusto scatto è quello che non devi spiegare a nessuno”. In qualche modo parla da solo. Si spiega senza le parole.  Mi sono sempre dovuto sforzare per comprenderla. Non ha mai avuto senso, per me. È vero, una fotografia può impressionare, ad un primo impatto. Può piacere o non piacere. Ma porta con sé ricordi, emozioni…storie…che vanno raccontate. Un buon scatto, secondo me, ha sempre una buona storia dietro. Ed è sempre una buona storia che merita di essere condivisa.   L’i...

Strani incontri.

  “Ci siamo lasciati così”. Mentre lo dice non mi guarda nemmeno. È intento a fissare la pinta che ha difronte. Sfiora i bordi superiori del boccale. Con pollice e indice disegna piccoli semicerchi. Come carezze. “Così come?”. Lo incalzo, vedo che non ha voglia di parlare. Non mi importa. Voglio sapere. “Con un abbraccio, in silenzio”. Parla piano, con marcata cadenza scozzese. Mi sforzo per capire. “Le hai detto nulla?”. “Nulla”. Nella penombra del pub è convinto che non sia facile vedere la sottile linea umida che gli bagna la guancia. Fine primo tempo. Mi alzo con la più classica delle scuse. Vado al bagno. Lo lascio solo qualche minuto.   Il bagno è un cesso. La parete è piastrellata di bianco fino ad altezza vita. Un buco a terra per lo scolo. Appesa al muro c’è la pubblicità di un servizio di traslochi. Mi chiedo quanto possano essere efficienti dei tizi che si fanno pubblicità così. La riflessione dura poco più del mio mitto fisiologico.   Ord...

English taste. Esperienze culinarie.

  Per noi italiani, il cibo e l’arte gastronomica rivestono un ruolo fondamentale nella vita quotidiana. Spesso, mentre mi trovavo all’estero, mi sono confrontato su questo tema con amici e connazionali. La tesi, concreta e ricorrente, era quasi sempre la stessa: in Inghilterra si mangia male.   Anche io, inizialmente, la pensavo così. Non riuscivo a reperire gli ingredienti giusti e, generalmente, tutto aveva un gusto piuttosto scialbo. Mi ostinavo a voler ritrovare i gusti di casa pur trovandomi lontano. Una delle questioni più difficile da “digerire” ruotava attorno al concetto di “colazione”. Per noi italiani è quasi un imperativo categorico: caffè, corto, intenso, accompagnato con una deliziosa brioche, che noi chiamiamo erroneamente “pasta” quasi a non voler dare, ai francesi, detentori del primato, quella soddisfazione in più. Alcuni di noi preferiscono l’altrettanto valido cappuccino, sempre abbinato a qualcosa di dolce. Anche per me valeva questa combinazion...

Spesso, arriva di notte".

  Mi trovo in Inghilterra ormai da un paio di settimane. Ho difficoltà a comprendere l’accento della regione in cui mi trovo ma, tutto sommato, non va male. I colleghi a lavoro sembrano comprensivi o forse è solo l’impostazione, quasi obbligatoria, della cultura britannica. Da noi passa con il nome di “Politically correct”. Quando non capisco, nel dubbio, annuisco e rispondo affermativamente a qualsiasi richiesta. Tra i vari “Yes” dispensati con leggerezza, concordo a partecipare ad un corso universitario. La proposta è arrivata direttamente dalla manager della struttura, non avrei potuto tirarmi indietro. Siamo quattro infermieri, tre stranieri ed una ragazza inglese. Mi convinco che possa diventare l’occasione per legare un po’ anche fuori dal lavoro. L’appuntamento è per il prossimo giovedì. Ci diamo appuntamento presso la struttura dove lavoriamo. Li vedo per la prima volta senza una divisa addosso. L’effetto che provoca è particolare. Ci guardiamo sorridenti, facciamo qu...

Juri ed il valore del tempo.

  Guardo l’ora sul monitor del PC. 00:35. L’insonnia mi costringe sveglio. Temporeggio ascoltando un po’ di musica. Arrotolo, svogliatamente, l’ennesima sigaretta. Mi adagio reclino sulla sedia. Aspiro nicotina. Mi guardo attorno. L’appartamento è quasi vuoto. Dovrei decidermi, una volta per tutte, di finire di arredarlo. Mi ostino a vivere col minimo indispensabile. Ma non per scelta minimalista. Da quando Sara è andata via… No, Sara non è andata via. Sara l’hai mandata via. E’ diverso. Hai chiuso fuori lei e tutti gli altri. Dì pure le cose come stanno, tanto sei solo in casa, non ti sente nessuno. Pensavi di potertela cavare da solo, concentrandoti solo sul tuo nuovo lavoro. Guardati. Vivi a giri di motore così bassi che a momenti ti ingolfi. Arranchi. Litigo con la mia metà razionale. Concludo che deve essere necessariamente una metà femminile, perché ha ragione. Ma non gliela dò vinta facilmente. Le faccio notare, prima di troncare la discussione mentale, che...